Giovedì 24 giugno ha avuto luogo l’ultimo incontro del Seminario “+ donne x una politica che cambia” sui temi dei diritti e del lavoro secondo un’ottica di genere. Sono intervenuti: Paola Merlino, esperta di pari opportunità, Franca Turco Consigliera regionale di Parità e Walter Mereu responsabile del Centro per l’Impiego di Fossano, Savigliano e Saluzzo.
La Merlino è subito entrata nel vivo confrontando i numeri occupazionali femminili europei ed italiani, ponendo però come premessa che la popolazione mondiale femminile è pari al 53% e produce il 70% della ricchezza globale.
Il nostro paese è quasi il fanalino di coda europeo (dopo di noi solo Malta!) con il 46,5% di donne occupate nel mondo del lavoro contro la media europea del 56,3%. I dati migliorano nelle regioni del centro nord e registrano in Piemonte il 55% dopo una flessione di due punti dovuta all’attuale crisi economica.
A fare la differenza tra noi e i Paesi del Nord Europa, raggiunti persino dal Portogallo, è naturalmente una migliore politica di welfare e l’offerta di servizi di cui possono usufruire le donne. Ma non solo. Molto aziende europee sono ormai orientate ad un’ organizzazione del lavoro legata al risultato e non all’orario fisso, per cui sono previste forme di part- time ben retribuito che può essere scelto indifferentemente da uomini e donne; ciò ovviamente consente a tutti i lavoratori in genere di poter dedicare più tempo e cure alla famiglia senza essere legati alla rigida divisione dei ruoli che ancora caratterizza la società italiana.
Guarda caso in questi Paesi il maggior numero di donne inserite nel mondo del lavoro, coincide con la presenza delle stesse ai vertici della politica e paradossalmente fa registrare i più alti tassi di natalità.
In Italia il dato medio è di 1,33 figli per nucleo familiare e una donna su cinque lascia il lavoro dopo aver avuto un bambino. Proprio per questo Franca Turco, nel suo intervento, ha rivolto un appello alle giovani presenti in sala, invitandole a non mollare il lavoro quando nascono i figli e ad attivare tutte le risorse e le alternative possibili per non correre il rischio di uscire per sempre dal mercato dell’occupazione. Ugualmente ha esortato le studentesse, compatibilmente con le loro attitudini, a scegliere facoltà universitarie che garantiscono maggiori sbocchi professionali e che generalmente sono ancora considerate roccaforti maschili.
La Consigliera di Parità ha poi esposto i casi in cui il suo ruolo le permette di intervenire per derimere discriminazioni e violazione dei diritti, quasi sempre a danno delle donne, nel mondo del lavoro.
Walter Mereu ha infine concluso il giro di interventi analizzando il ruolo dei Centri per l’ Impiego, passati ormai da diversi anni sotto l’egida della Provincia ed i numeri reali legati all’occupazione maschile e femminile nel nostro territorio. I dati attuali registrano una flessione occupazionale che colpisce quasi indifferentemente i due generi, ma che sta gradualmente penalizzando le donne e gli stranieri, sia cittadini europei che extracomunitari.
Isabella Racca, presidente della Cpo cittadina, alla conclusione del Seminario, sottolinea gli spunti emersi nel corso dei tre incontri: “La Storia delle donne è relativamente giovane: eppure dal diritto al voto ottenuto nel 1946 ( appena l’altro ieri) agli enunciati della Costituzione che da soli 60 anni sancisce uguali diritti senza distinzione di sesso, è stata percorsa molta strada, frutto di lotte e di impegno di diverse generazioni di donne. Ma non dobbiamo dimenticare che i diritti acquisiti si possono anche perdere è perciò non bisogna mai smettere di vigilare e di sostenerli. La sorprendente affluenza femminile a questo seminario, nato per avvicinare le donne alla politica, ci fa sperare di poter anche noi raggiungere presto i risultati ottenuti da quei paesi europei in cui le stesse donne, occupando importanti cariche istituzionali e di governo, garantiscono una migliore qualità di vita all’intera società. Più donne per una politica che deve cambiare è un obbiettivo che dobbiamo assolutamente raggiungere nel più breve tempo possibile e in questa fase credo sia urgente interrogarsi sulla necessità di applicare le cosiddette “quote rosa” per cominciare a spezzare schemi culturali, prima ancora che politici, che di fatto ci impediscono ancora di incidere significativamente sul nostro futuro.”
giovedì 1 luglio 2010
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