venerdì 4 novembre 2011
LA CENSURA ITALIANA A DIFESA DELLE MADRI "NORMALI"
Pubblichiamo il comunicato del comitato promotore SNOQ sulla censura che ha colpito il film di Cristina Comencini "Quando la notte" , nelle sale dal 28 ottobre.
La VII commissione per la revisione cinematografica del Ministero dei Beni Culturali ha posto il divieto di visione ai minori di 14 anni per Quando la notte, il film di Cristina Comencini previsto in sala dal 28 ottobre.
Questa la motivazione ufficiale: ” la violenza della madre sul suo bambino è inquietante perché trattasi di una madre normale che, spinta dallo stress, diventa violenta verso il figlio pur non volendolo. Si ritiene che il vuoto della volontà di una madre normale ingenera inquietudine nei minori di anni 14”.
La decisione, che oggi sarà riesaminata, non è stata raggiunta all’unanimità. Su questo atto sentiamo la necessità di dire la nostra.
“La censura operata nei confronti dell’ultimo film di Cristina Comencini “Quando la notte”, in nome di una”maternità normale” al riparo da inquietudini e conflitti, è un segno della chiusura e del degrado culturale del Paese.
Rifiutiamo l’intervento della Commissione Ministeriale che ha imposto il divieto di “Quando la notte” ai minori di 14 anni, motivandolo così: “il vuoto della volontà di una madre normale genera inquietudine”.
Rifiutiamo tali motivazioni per ragioni artistiche, etiche e politiche. Lo stesso uso dell’aggettivo “normale” è un’offesa per tutte le donne.
Il film racconta con coraggio i sentimenti complessi delle madri verso i loro figli. Sostituire alla ricchezza e profondità delle esperienze delle donne un’immagine di presunta normalità è segno di chiusura ottusa.
Forse è proprio quella stessa idea di normalità ad alimentare l’uso violento e volgare di corpi femminili esibiti al cinema e alla TV a tutte le ore e sotto gli occhi di tutti.”
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I giovani di 14 anni non sono più dei bambini,vedono e a volte vivono violenza e dolore e non sono in grado di riflettere sul tema della complessità del ruolo di madre in un film?
RispondiEliminaun telegiornale qualsiasi, di una emittente qualsiasi, in una giornata qualsiasi allora dovrebbe essere vietato ai minori.
RispondiEliminaanzi la realtà di un telegiornale è ben più cruda,un film,come una favola o un racconto è finzione e come tale permette di immedesimarsi nella storia riflettere su essa e nello stesso tempo sapere che non è vera
RispondiEliminaTra i nostri adolescenti e pre adolescenti esiste ormai un'emancipazione diffusa che va dalla violenza alla precocità dello sviluppo sessuale; non credo che questa presunta loro maturità possa essere sempre assecondata in virtù di una vita "normale" come quella di una madre stressata che viola il suo bambino. Forse è l'ora che ci preoccupiamo davvero dei nostri minori! E come adulti dobbiamo anche interrogarci sul significato delle macro categorie ormai molto in voga "normale", "stress", "inquietudine"...
RispondiEliminaEmergono 2 aspetti inquietanti da tutto questo.
RispondiElimina1)La completa mancanza di adesione alla realtà da parte del ministero dei beni culturali che prendendo un provvedimento da inizio '900 se non da fine '800, offende profondamente tutto il mondo femminile ma anche chi spera (o si illude) che la Cultura possa diffondersi anche tra i più giovani
2)La "cecità selettiva" dello stesso ministero che da una parte si permette di censurare in questo modo aberrante un film che andrebbe proiettato ed analizzato nelle scuole per i contenuti che propone e dall'altra sdogana abbondamente contenuti pornografici in spettacoli che vengono propinati oramai a tutte le ore con buona pace delle fasce protette.
Siamo uno stato culturalmente da terzo mondo, ma le istituzioni non mancano mai di rinfrescarci la memoria.
Vergogna.